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27 settembre 2021

DaD? Chi fu costei?

Uno sguardo a questo strumento…

 

Visto che al momento della scrittura di questo articolo le bocce sono un po’ ferme per quello che riguarda la famigerata Didattica a Distanza (o più prosaicamente ribattezzata dal Ministero Didattica Digitale integrata = DDI), vorrei fare il punto per trarre qualche considerazione anche tecnica.

È passato ormai quasi un anno e mezzo dalla prima necessità di DaD. La situazione a febbraio 2020 vedeva l’utilizzo della videoconferenza praticamente in uso nelle aziende o a livello istituzionale in congressi et similia. La scuola, travolta dalla chiusura improvvisa, ha dovuto ereditare gli strumenti a disposizione per le aziende e con caratteristiche per esse pensate, mentre tutto quello che serviva per la didattica era ancora da pensare...

Faccio un solo esempio: Meet, la piattaforma di Google, non prevedeva all’epoca la possibilità di un responsabile di riunione con pieni poteri (Host per gli amici inglesi), cosicché chiunque poteva zittire un collega, togliendogli l’audio, ma in cambio questi poteva subito riaccendere il proprio microfono.

Un altro collega se giudicava inopportuna la presenza di qualche invitato lo poteva tout-court estrometterlo dalla conferenza, e l’altro, offeso, poteva comunque rientrare e fare rimostranze. Aggiungiamo a questo scenario problemi di interfacciamento audio qui e là incomprensibili, vi potete immaginare in dieci secondi cosa può succedere quando questo scenario di scherzetti da bambini (che in un'azienda, sotto lo sguardo del Capo che sta gestendo la conferenza, paralizzerebbe tutte le velleità di metterli a compimento) viene appunto consegnato a dei bambini (o adolescenti che non vedevano appunto l’ora di tornare bambini).

Immaginate quindi la facilità per un docente (specie per quelli che sino a quel giorno non disdegnavano di uno sguardo gli strumenti digitali: “comodi sicuramente eh! Ma vuoi mettere quando si scriveva con la penna d’oca e il calamaio? Il problema era solo l’inchiostro mancante...”) di:

1) imparare a creare un link per la lezione e/o renderlo ripetitivo inserendolo in calendario;

2) gestire 20-28 alunni il cui fine primario era ed è non riuscire a collegarsi alla lezione ma cercare di evitarla con tutti i mezzi. “Prof, sono fuggito per non essere contagiato: sono da mio nonno, (in alto mare o su un’isola deserta, scegliete voi), ma qui non c’è campo, riesco solo a cont...tarla per dir.. ch.... non pos.. guire la lez..ne, Addio!”);

3) tentare di fare una spiegazione alla lavagna inquadrando un quaderno o un foglio appeso al muro con il cellulare;

4) controllare (?) che i compiti fossero eseguiti;

5) interrogare uno studente osservando se le sue pupille cercavano libri/appunti lasciati in posti strategici e guardando se nelle orecchie spuntassero auricolari con all’altro capo genitori intraprendenti pronti ad ogni tipo di suggerimento.

Un fatica di Sisifo, come se il problema principale per un ingegnere che deve disegnare un bel progetto fosse far funzionare il rapido 0.2 seccato o rimediare ad un buco nel radex per avere slamettato troppo o pulire un foglio da tutta la grafite della matita HB trasportata dal tecnigrafo, piuttosto che concentrarsi sulle misure del rilievo che non coincidono con la realtà? (Ah! Dite che un tempo era cosi?).

Grazie al cielo, l’aver avuto milioni di utilizzatori di questi strumenti di videoconferenza in ambiente scolastico ha dato la stura a spettacolari migliorie che pian piano si sono copiati l’un l’altro le idee migliori sino ad avere funzionalità comodissime.

L’evoluzione, nel giro di un anno, è stata molto elevata: ora l’insegnante ha a disposizione stanze virtuali dove separare gli studenti, strumenti di blocco di partecipanti indesiderati, lavagne virtuali multifunzionali, possibilità di streaming di video e audio e chi più ne ha più ne metta.

Sempre in un anno si sono decuplicati i corsi di formazione e così oggi possiamo concludere che chi vuole ha a disposizione strumenti molto efficaci per la didattica a distanza.

Senonché il rovescio della medaglia è che il virtuale non è il reale. Vedere un documentario di un resoconto di un viaggio non è come fare quel viaggio, vedere preparare un piatto in tv non è come mangiarlo e assaporarne gli odori. L'insegnamento è fondamentalmente anche emozione suscitata e vissuta e nulla può sostituire il contatto umano. Sicuramente si può, come nel lavoro, una tantum, dare istruzioni in video a muratori sul cantiere o a operai in un opificio sul da farsi, ma bisogna convenire che essere presenti e intendersi di persona è tutta un’altra cosa.

Concludendo la DaD attualmente è diventata una cosa perfettamente fattibile e speriamo che vada usata solo per una breve emergenza, come il ruotino di scorta nelle automobili che serve per tornare a casa ma non come sostituto permanente di una ruota!

Alberto Citterio