Non sei registrato? Registrati

20 dicembre 2021

La scuola al tempo del COVID

Come districarsi tra protocolli e buonsenso. Capitolo II – I Trasporti Pubblici

Continuiamo la disamina della vita scolastica tra Covid e didattica introdotta nello scorso articolo.

Con le nuove norme temporanee di settembre (e che, more italico, ovviamente varranno sino alla fine dell’anno scolastico) la Prefettura di Monza e Brianza in concorso con le Società di trasporto ecc. ecc. ha stabilito per le scuole superiori che l’ingresso avvenga scaglionato al 50% per evitare assembramenti sui mezzi. Ovvero ogni giorno metà classi entrano alla prima ora e l’altra metà alla seconda. Altre provincie avevano optato per una percentuale più alta (60%-70%) di ingressi alla prima ora. A loro volta i mezzi sarebbero stati riempiti all’80% massimo della capienza (apro e chiudo parentesi: è palese che quindi ogni mezzo pubblico è stato dotato di apposito cartello che indicava il numero massimo dei passeggeri in piedi e seduti per rispettare detta norma)

Quello che sembra sulla carta una cosa sensata nella cruda realtà in cosa si trasforma?

Tanto per cominciare su diverse linee, a sentire gli studenti, l’affollamento prima o seconda ora che sia non è cambiato né c’è modo di capire quant’è l’80%; l’orario di molte linee è tarato più per le otto di mattina che sulle nove così diversi studenti della seconda ora arrivano prima a scuola, dove ovviamente non possono entrare in anticipo e così cosa fanno? Si dispongono in un’ordinata fila fuori dell’edificio scolastico distanziati di un metro gli uni dagli altri pre-indossando la prescritta mascherina, o si ammassano con i propri compagni di classe sul marciapiede guardando tutti un unico cellulare dove c’è l’ultimo stupendo reel di Instagram? A voi l’ardua risposta.

Questa ingegnosa trovata ha purtroppo delle conseguenze sul traffico privato e sulla didattica. La prima è ovvia, chi non ha la coincidenza adeguata per la seconda ora o si trova al ritorno pomeridiani in orari non ben serviti perché estremamente variabili da scuola a scuola, si mette in strada con i propri mezzi.

Cosa succede invece nella didattica? L’insegnante della prima ora si trova ogni due settimane senza la sua classe e deve però recuperare l’ora: vuoi aggiungendola dopo l’ultima, vuoi con la didattica a distanza.

Recuperare è una parola grossa, perché ovviamente o si fa una pausa pranzo se si è passata l’una o si continua indefessamente. Considerando che il rendimento di un’ora scolastica è all’incirca inversamente proporzionale alla posizione della suddetta ora nella mattinata, capirete che, aumentando il denominatore, come migliori la resa. Aggiungiamo che il recupero in DAD sarà ovviamente fatto al pomeriggio (facendo salti mortali per scansare tutti i leciti impegni pomeridiani degli alunni, siano di svago che sportivi) su discenti che hanno affrontato una mattina di lezione più il ritorno a casa propria e quindi motivatissimi a riprendere. Consideriamo infine il docente che insegna materie che hanno un’ora alla settimana (eh sì esistono anche quelle) posizionata alla prima ora: il poveretto si è trovato con una didattica a singhiozzo che certo lo farà felice.

Probabilmente l’idea di avere un orario variabile di settimana in settimana nell’ambito scolastico, se non è mai stata adottata prima, qualche motivo l’aveva.

Siamo oramai in prossimità delle vacanze natalizie, ma dense nubi si addensano all’orizzonte e stormi di uccelli neri come esuli menagrami sembrano ancora sorvolare la scuola minacciandola ancora di DAD, ripresa posticipata e via via di altre trovate geniali che sicuramente saranno partorite. Speriamo che non siano necessarie altre misure da mettere in atto e che nel caso siano sensate e non dettate dal voler assecondare il panico diffuso dai media. Si valuta così esasperatamente il rapporto rischio/benefici per i vaccini e non si prendono in considerazione le conseguenze mentali di un ambito che per definizione ha come primo strumento il cervello.

Per il momento, allora, auguriamoci un buon Santo Natale e un felice Anno Nuovo!

Alberto Citterio