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17 maggio 2021
La pandemia legata al COVID ha avuto un forte effetto sul trasporto pubblico (di seguito per comodità solo TPL), tanto che si potrebbe parlare di una sorta di “tsunami” su un settore che in Brianza ha sempre presentato forti criticità, in parte legate a carenze infrastrutturali ma anche ad un’impostazione del servizio che ha mostrato la corda anche per un approccio culturale di basso livello sul tema del trasporto pubblico.
La Brianza rappresenta una delle zone con una densità abitativa tra le più alte del Paese, paragonabili ad altre realtà europee e che presenta storicamente una sorta di “frammentazione territoriale” ovvero numerosi comuni contigui fra loro e dove storicamente il TPL ha avuto un ruolo innovativo e precursivo.
Nel luglio del 2020 la Provincia di Monza e Brianza ha dato il via al programma Restart Brianza, un patto tra tutti gli attori del territorio per fare ripartire il territorio provinciale a seguito della crisi seguita alla pandemia.
Sempre nei primi mesi del 2020 la Provincia ha avviato anche i lavori del Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (in seguito solo PUMS), primo esperimento per un ambito provinciale sul territorio nazionale.
Il PUMS (Piano Urbano della Mobilità Sostenibile) è un piano strategico che si basa sugli strumenti di pianificazione esistenti e tiene in debita considerazione i principi di integrazione, partecipazione e valutazione per soddisfare, oggi e domani, le necessità di mobilità delle persone e delle merci con l’obiettivo di migliorare la qualità della vita nelle città e nei loro dintorni. Le politiche e le misure definite in un PUMS devono riguardare tutti i modi e le forme di trasporto presenti sull’intero agglomerato urbano, pubbliche e private, passeggeri e merci, motorizzate e non motorizzate, di circolazione e sosta.
La nascita dei PUMS nella normativa nazionale risale al decreto legislativo n. 257 del 16 dicembre 2016 ed alle sue conseguenti linee guida emesse con il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 4 agosto 2017 recante “Individuazione delle linee guida per i piani urbani di mobilità sostenibile” poi aggiornato con Decreto n° 396 del 28 agosto 2019.
Il Decreto sancisce l’obbligo di adozione del PUMS, inteso come condizione essenziale per accedere ai finanziamenti statali destinati a nuovi interventi per il trasporto rapido di massa, per tutti i Comuni con più 100.000 abitanti, fatta eccezione per quelli che ricadano in una Città metropolitana che abbia provvisto alla definizione di un proprio PUMS. Pertanto il PUMS per la Provincia di Monza e Brianza non si sa neppure se sia obbligatorio o se dia diritto a particolari benefici fiscali. Sta di fatto che, data la situazione spesso critica nella quale versano alcune aree vittime di mali cronici da traffico, la scarsa qualità dell’aria e la necessità di un maggiore coordinamento tra i vari livelli amministrativi che si spartiscono la competenza in materia di traffico, urbanistica e organizzazione del TPL, un PUMS provinciale per Monza e Brianza ci sembra cosa buona e giusta.
Secondo gli Ingegneri della provincia Il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile della Provincia di Monza e della Brianza può essere una valida occasione per pianificare interventi per sviluppare ed integrare a livello provinciale tutte le declinazioni della Mobilità Sostenibile, e sono pronti a presentare un documento di intenti e la propria disponibilità a prendere parte ai lavori per la definizione dei contenuti del Piano.
In particolare a parere dell’Ordine degli Ingegneri dovranno avere la priorità i seguenti temi:
- soluzioni per la razionalizzazione degli spostamenti, prima di tutto con la loro minimizzazione laddove non necessari (dislocazione dei centri produttivi/dei servizi; smart ed homeworking; etc);
- efficientamento degli spostamenti pubblici razionalizzando le linee ed integrando i vari vettori (massimizzazione della multi ed intermodalità);
- potenziamento delle reti e delle aree ciclo-pedonali e per la micromobilità.
ing. Stefano Minà