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01 giugno 2021

Elettrificazione della Monza - Molteno - Lecco e della Molteno - Como. Un'opportunita' da abbinare ad interventi infrastrutturali per un nuovo servizio per la Brianza nel 2021, l'anno delle ferrovie

 

Il grande Alessandro Manzoni parlava – per finta immagino - nel primo capitolo de “I Promessi Sposi” ai famosi “venticinque lettori” ed anch’io mi rivolgo – non per finta - in primis ai miei 25 lettori che hanno (spero) avuto piacere nel leggere l’editoriale di due settimane fa. Allora, ricollegandomi al 2021 che la Commissione  Europea ha designato come l’Anno europeo delle ferrovie“, ricordavo che Il Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza prevede 78 milioni di euro per elettrificare le due linee della Brianza a trazione diesel, leggasi la Monza – Molteno – Lecco e la sua gemella che da Molteno raggiunge Como. E’ sicuramente un’ottima notizia, scrivevo e confermo ma da qualche giorno si è manifestata una posizione di natura politica avversa che ha messo numerosi distinguo di natura tecnica. Lungi da prendere posizione per una parte politica o un'altra – sia per deontologia professionale che per la semplice considerazione che siedono insieme al Governo centrale – ritengo che tecnicamente abbiano colto nel segno entrambi. Certamente è positiva l’elettrificazione della Molteno, ed in particolare per la linea gemella per Como che con la trazione elettrica – e non certo con i treni ad idrogeno che si sta pensando di introdurre su una linea diramata e non all’interno di una rete quale la Brescia – Iseo – Edolo, dove peraltro vi sono ottime possibilità di produzione di idrogeno verde - vedrà di fatto la possibilità di interconnettersi con la rete svizzera a Chiasso ma anche con nuovi collegamenti che dalla stazione di Merone (rete Ferrovienord) arrivano ad Erba – Asso, rendendo così possibile un nuovo treno Asso – Erba – Merone – Como, assolutamente competitivo rispetto ai collegamenti stradali. Di pari passo è corretto, anzi direi doveroso, non limitarsi al filo (nel senso di linea elettrica a 3000 Vcc) ma tirare le fila di una serie di interventi infrastrutturali quali raddoppi selettivi – che poi altro non sono che ripristini di alcuni dei tratti a doppio binario dove fare gli incroci, rimossi per risparmio di personale decenni fa quali a Biassono – Lesmo o a Sala al Barro ma che oggi sarebbero telecontrollati - così come opere sostitutive dei passaggi a livello dove possibili, interventi sul segnalamento, insomma tutti quegli interventi che faranno si che i treni elettrici assumano a pieno un ruolo di ferro-metropolitana della Brianza Centrale. Un’azione sinergica di tutti i decisori politici nel nome della Brianza sarà la vera sfida senza farne questioni di partito altrimenti, con chiudere con il grande Don Lisander, saremo ancora di fronte ai capponi di Renzo che si beccano fra loro, con il risultato che questi soldi potrebbero anche prendere il volo, oops un altro treno.

Valter Aristodemo Artelli, Direttore Editoriale