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28 aprile 2020

Il tempo delle città nella “fase due”.

Molti ricordano il 5 maggio dai banchi del Liceo ma quest’anno abbiamo già in mente che il 4 maggio ci sarà l’avvio della “fase 2” dell’emergenza COVID-19. Un paio di settimana fa avevo proposto una riflessione sul “tempo” della fase 1 ma anche per la fase 2 il tempo avrà un’importanza fondamentale ed influenzerà i nostri comportamenti. Intendo il “tempo della città” ovvero l’organizzazione che si dovrà attuare sui tempi delle attività lavorative - visto che per quelle scolastiche appare chiaro che si è “rimandato a settembre” il ritorno in aula - che andranno comunque rivisti considerando come lo stesso concetto di distanziamento non renderà possibile muoversi tutti assieme nello stesso momento, come accaduto sinora. E’ il concetto dell’ora di punta che dovrà, per così dire, appiattirsi visto che, se si devono distanziare le persone o si aumentano gli spazi, praticamente impossibile o si diluiscono i passeggeri nel tempo per poter soddisfare la mobilità delle persone e delle cose. Questo vale certamente sui mezzi pubblici, a seguito della riduzione della capacità di trasporto di  bus e treni ma si applica anche agli spostamenti in auto, che paradossalmente qualcuno invoca come se fosse un rimedio senza ricordarsi della congestione stradale di qualche mese fa e che non offre certo margini “di manovra” (è proprio il caso di dirlo…) se ci si muoverà ancora tutti assieme negli stessi orari.